La fondazione della Biblioteca si deve ad un generoso lascito della signora Rosa Di Venere (Carbonara 1832 - 1917) disposto nel suo testamento olografo del 1910.
La signora Di Venere volle che la Biblioteca fosse intitolata a suo marito Gaetano Ricchetti, avvocato (Capurso 1830 – 1904), che coltivò a lungo il desiderio di offrire agli studenti baresi la possibilità di continuare l’attività di ricerca anche quando rientravano in città dalle sedi universitarie. A eseguire le volontà dei fondatori furono l’Abate pro tempore di Montecassino, don Gregorio Diamare, il direttore culturale avvocato Francesco Damiani e l’avvocato Valentino Tinelli in qualità di direttore amministrativo.
Le prime acquisizioni mirarono a caratterizzare con un taglio “tecnico-scientifico” la Biblioteca Gaetano Ricchetti, differenziandola dalla Biblioteca Consorziale Sagarriga Visconti Volpi (oggi Biblioteca Nazionale di Bari), storicamente incline alle materie umanistiche.
In sintonia con gli intenti dei fondatori, la Biblioteca Gaetano Ricchetti avviò una proficua collaborazione con la nascente Università degli Studi di Bari. Già nel 1924 fu sottoscritto l’abbonamento a oltre 100 riviste italiane e straniere, indicate dal prof. Nicola Pende per la Facoltà di Medicina, mentre nel 1927 ricevette il plauso della Facoltà di Giurisprudenza per il generoso sostegno concesso.
Tra le attività di promozione culturale svolte nel corso degli anni è particolarmente degna di nota la prima mostra del libro nell’Italia del dopoguerra ospitata nel 1948 nei locali della Biblioteca.
Dal 1956 l’intervento del Ministero della Pubblica Istruzione e della Soprintendenza Bibliografica della Puglia consentì la trasformazione patrimoniale dell’Ente e la costruzione della nuova sede al piano terra del nuovo stabile, con ingresso dalla centralissima via Sparano, inaugurata nel 1967.
Una svolta per la Biblioteca Gaetano Ricchetti si è avuta nel 1976 con la direzione della professoressa Edda Ducci: l’orientamento delle raccolte si è spostato sempre più verso le scienze sociali e la filosofia, senza trascurare l’attualità e la narrativa, e l’Ente è tornato ad avere un ruolo di primo piano tra le istituzioni culturali della città di Bari e della regione.